La Pasqua - Significato, simboli e tradizione
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Cos'è la Pasqua cristiana ?
Per comprendere bene cos’è la Pasqua cristiana, occorre necessariamente dare uno sguardo alle nostre radici che affondano nell’esperienza di un popolo, quello Ebraico. Cristo era un ebreo, questo noi lo dimentichiamo, per cui tutto quello che lui ha vissuto, l’ha vissuto da ebreo, attraverso le tradizioni dei suoi padri. La nostra stessa Eucarestia che viviamo ogni domenica e che per il cristiano è una nuova Pasqua, ha le sue radici nell’ultima cena vissuta da Gesù con gli apostoli, prima della sua Passione.
Se cerchiamo la parola Pasqua su Wikipedia conosciuta come una delle più importanti enciclopedie in internet, troviamo scritto subito un paragrafo intitolato “Le radici ebraiche”; riporto di seguito la spiegazione semplice ed esaudiente:
Le radici ebraiche
La Pasqua ebraica, chiamata Pesach (pasa', in aramaico), celebra la liberazione degli Ebreidall'Egitto grazie a Mosè e riunisce due riti: l'immolazione dell'agnello e il pane azzimo.
La parola ebraica pesach significa "passare oltre", "tralasciare", e deriva dal racconto della Decima Piaga, nella quale il Signore vide il sangue dell'agnello sulle porte delle case di Israele e "passò oltre", colpendo solo i primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio del faraone (Esodo, 12,21-34). La Pesach indica quindi la liberazione di Israele dalla schiavitù sotto gli egiziani e l'inizio di una nuova libertà con Dio verso la terra promessa. Gli ebrei che vivono entro i confini dell'antica Palestina celebrano la Pasqua in sette giorni. Durante la festa un ebreo ortodosso deve astenersi dal consumare pane lievitato e sostituirlo con il pane azzimo, come quello che consumò il popolo ebraico durante la fuga dall'Egitto; per questo motivo la Pasqua ebraica è detta anche 'festa degli azzimi'. La tradizione ebraica ortodossa prescrive inoltre che, durante la Pasqua, i pasti siano preparati e serviti usando stoviglie riservate strettamente a questa ricorrenza.
La Pasqua con il Cristianesimo ha acquisito un nuovo significato, indicando il passaggio da morte a vita per Gesù Cristo e il passaggio a vita nuova per i cristiani, liberati dal peccato con il sacrificio sulla croce e chiamati a risorgere con Gesù. La Pasqua cristiana è quindi la chiave interpretativa della nuova alleanza, concentrando in sé il significato del mistero messianico di Gesù e collegandolo alla Pesach dell'Esodo.
Perciò, la Pasqua cristiana è detta Pasqua di risurrezione, mentre quella ebraica è Pasqua di liberazione dalla schiavitù d'Egitto. Quest'ultimo significato si ricava leggendo uno dei più importanti pensatori ebraici: Filone d'Alessandria scrive che la Pasqua è il ricordo e il ringraziamento a Dio per il passaggio del Mar Rosso, ma che ha anche il significato allegorico di purificazione dell'anima. La Pasqua ebraica può essere intesa anche come attesa per il Messia, come ad esempio attesta il Targum Exodi, che descrive la notte di Pasqua come il ricordo delle quattro notti iscritte nel libro delle memorie: la Creazione, il Sacrificio di Isacco il Passaggio del Mar Rosso ed infine la venuta del Messia e la fine del mondo.
Se si desidera approfondire tutti i segni della Pasqua Ebraica si può leggere l’articolo presente sul seguente link: http://www.nostreradici.it/Pessach.htm
Quindi anche per noi cristiani la Pasqua è un passaggio, un passaggio dalla morte causata dal peccato alla nuova vita da risorti insieme con Cristo, una nuova simbologia ad immagine del passaggio dalla schiavitù alla libertà del popolo ebraico: loro attraverso le acque del mar Rosso, noi attraverso le acque del battesimo; loro vedendo morti i loro nemici alla chiusura delle acque, noi vedendo distrutti i nostri peccati sul legno della Croce di Cristo simboleggiato anche dalle acque del battesimo dove siamo stati immersi insieme con Lui; loro risalendo sani e salvi sulla sponda opposta del mar Rosso, noi risorgendo insieme con Cristo ad una vita nuova nella quale siamo stati liberati gratuitamente dalle nostre colpe grazie a Lui e nella quale possiamo finalmente amare il nostro prossimo.
La nostra Pasqua è quindi strettamente connessa alla Pasqua Ebraica senza della quale non si può comprenderla affondo
Perché la Pasqua non cade mai lo stesso giorno ?
Anche la stessa data della Pasqua viene stabilita con un calcolo che deve tenere conto della luna piena del mese di marzo, perché la notte in cui gli ebrei fuggirono dall’egitto era una notte di luna piena.
La Pasqua cristiana viene celebrata la domenica seguente il primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera, giorno che coincide con l’inizio dei festeggiamenti della Pasqua ebraica che dura per 8 giorni. Quindi, se il 21 marzo è luna piena e cade di sabato, la Pasqua sarà celebrata il giorno seguente, ovvero il 22 di marzo. Se invece il primo plenilunio è di domenica la Pasqua sarà festeggiata la domenica successiva.
Ecco i criteri in base ai quali si calcola il giorno di celebrazione della Pasqua:
- la Pasqua deve cadere la prima domenica seguente il primo plenilunio di primavera;
- per determinare la data, in occasione del Concilio di Nicea, venne adottato il ciclo astronomico del greco Metone, vissuto nel V secolo avanti Cristo;
- come base per il computo, si usa il meridiano di Gerusalemme, luogo della morte e della risurrezione di Gesù.
Cerchiamo ora di comprendere i simboli che sono presenti in questo periodo così importante per la nostra vita cristiana nella quale l’unica e vera festa è proprio la Pasqua:
I simboli principali della Pasqua
Nelle celebrazioni liturgiche di Pasqua, tre elementi sorgono a simbolo di questa festività: il fuoco, il cero e l'acqua. Ma facendo un piccolo passo indietro, nel periodo che precede le festività pasquali, la Quaresima, un elemento è fra tutti il protagonista, la cenere.
La Cenere
La cenere è l’elemento che contraddistingue il primo giorno di Quaresima, periodo di penitenza, digiuno e carità, in preparazione della Pasqua. La cenere che viene sparsa sul capo dei fedeli nelle celebrazioni del mercoledì dopo martedì grasso, vuole ricordare la transitorietà della vita terrena. È un monito che prepara alla penitenza per ricordare che "polvere tu sei e in polvere tornerai" come recita il libro della Genesi (3,19). Secondo la tradizione, la cenere usata nelle celebrazioni del primo mercoledì di Quaresima, è ricavata dalla combustione dei rami di ulivo benedetti nella Domenica delle Palme dell’anno precedente. |
Il Fuoco
Simbolo fondamentale nella liturgia cristiana, il fuoco è la somma espressione del trionfo della luce sulle tenebre, del calore sul freddo e della vita sulla morte. Durante la ricorrenza pasquale, questo simbolo raggiunge la massima celebrazione attraverso il rito del fuoco nuovo e dell’accensione del cero. Nella notte di Pasqua, un fuoco viene acceso fuori dalla chiesa, intorno ad esso si raccolgono i fedeli e proprio da questo fuoco viene acceso il cero pasquale. |
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Il Cero Pasquale
Il cero pasquale è il simbolo di Cristo, vera luce che illumina ogni uomo. La sua accensione rappresenta la resurrezione di Cristo, la nuova vita che ogni fedele riceve da Cristo e che, strappandolo alle tenebre, lo porta nel regno della luce assieme agli angeli. Dopo l'accensione del cero con il fuoco nuovo, una processione lo accompagna all’interno della Chiesa. Questa processione di fedeli simboleggia il nuovo popolo di Dio, che segue Cristo risorto, luce del mondo.
L'Acqua
È l’elemento che purifica ed il mezzo attraverso il quale si compie il Battesimo. La notte di Pasqua è la notte battesimale per eccellenza, il momento in cui il fedele viene incorporato alla Pasqua di Cristo, che rappresenta il passaggio dalla morte alla vita. Nelle altre domeniche in cui si compie questo sacramento, è come se si prolungasse e rinnovasse settimanalmente la domenica per eccellenza, la Festa di Pasqua. |
I Simboli della Pasqua nella tradizione culinaria
Vediamo ora di comprendere meglio i simboli pasquali presenti nella nostra tradizione culinaria di questo periodo e di cui si sono persi i significati in questo mondo esclusivamente consumistico.
L'uovo di Pasqua - Storia e significato simbolico
"Omne vivum ex ovo", cioè "tutti i viventi nascono da un uovo", è il motto che per secoli ha spiegato il principio che la vita non può avere origine dal nulla. Da esso capiamo quale importanza abbia sempre avuto l'uovo, con la sua forma perfetta nel nostro immaginario; la sua forma ovale è infatti una linea senza inizio e senza fine (infinita) che richiama l’eternità.
In tutto il mondo, l’uovo è il simbolo della Pasqua. Dipinto o intagliato, di cioccolato o di zucchero, di terracotta o di cartapesta, l’uovo è parte integrante della ricorrenza pasquale e nessuno vi rinuncerebbe. Ma quanti di noi conoscono il significato autentico di questo simbolo?
Se quelle di cioccolato o di cartapesta hanno un’origine recente, le uova vere colorate e decorate hanno una storia antichissima, che affonda le sue radici nella tradizione pagana. Simbolo della vita che nasce, l’uovo cosmico è all’origine del mondo: al suo interno avrebbe contenuto il germe degli esseri. Presso i greci, i cinesi e i persiani, l’uovo era anche il dono che veniva scambiato in occasione delle feste primaverili, quale simbolo della fertilità e dell’eterno ritorno della vita. Gli antichi romani usavano seppellire un uovo dipinto di rosso nei loro campi, per propiziarsi un buon raccolto.
Con l’avvento del Cristianesimo, molti riti pagani vengono recepiti dalla nuova religione. La stessa festività pasquale, d’altro canto, risente di lontani influssi: cade, infatti, tra il 25 marzo e il 25 aprile, ovvero nella prima domenica successiva al plenilunio che segue l’equinozio di primavera. La Pasqua, insomma, si festeggia proprio nel giorno in cui si compie il passaggio dalla stagione del riposo dei campi a quella della nuova semina e quindi della nuova vita per la natura.
Anche in occasione della Pasqua cristiana, dunque, è presente l’uovo, quale dono augurale, che ancora una volta è simbolo di rinascita, ma questa volta non della natura bensì dell’uomo stesso, della resurrezione di Cristo: il guscio è la tomba dalla quale Cristo uscì vivo.
L’Agnello
Nella tradizione cristiana a Pasqua si mangia l’agnello, perché nella sua simbologia ci ricorda il sacrificio di Gesù in croce, la sua passione, perché fu “immolato come un’agnello”.
L’agnello noi tutti sappiamo essere un animale mansueto e la sua immagine ci ricorda appunto l’innocenza e simboleggia perfettamente la pazienza, la mansuetudine e l’innocenza di Cristo che viene “condotto al macello” e immolato per noi sul legno della Croce, al posto nostro, in obbedienza al Padre per la salvezza di tutta l’umanità.
Ma la simbologia affonda le sue radici nella tradizione Ebraica perchè ci ricorda, nell’antico testamento, il sacrificio di Isacco, che per noi è immagine di Cristo, da parte di Abramo, sacrificio che grazie alla sua fede non fù consumato (al suo posto venne ucciso un ariete); inoltre ci ricorda anche l’esodo, perché nell’ultima piaga il Signore dà ordine a Mosè di spargere il sangue di un agnello sugli spipiti delle porte della case degli ebrei, di modo che l’angelo della morte vedendolo non sarebbe entrato.
La pastiera
La Pastiera è un dolce di pastafrolla, ricotta, uova e grano, nato ufficialmente a Napoli nell’antichissimo monastero di San Gregorio Armeno dove le monache vollero celebrare la Risurrezione creando un dolce che fosse carico di simboli. Un dolce che unisse il profumo dei fiori dell’arancio del giardino conventuale con la bianca ricotta ed il grano e le uova simbolo di nuova vita, l’acqua di mille fiori odorosa come la primavera, col cedro e con le spezie asiatiche.
Negli simbologia degli ingredienti quindi, compare oltre all’uovo, un altro elemento comune a tutti i preparati di questo periodo, il grano. Il grano è simbolo di vita; dal grano si ricava la farina con la quale si prepara il pane che è il cibo per eccellenza e che ci richiama l’eucarestia. Ma c’è un’altra cosa da considerare; per ottenere la farina, il grano deve subire un processo di battitura e deve passare per una macina per essere ridotto quasi in polvere; questo ci ricorda in simbolo la passione di Cristo che è stato umiliato e battuto prima di andare in Croce (gli schiaffi, gli sputi, le frustate, ecc.). La tradizione vuole che la pastiera si prepari il Giovedì Santo per poi consumarla il lunedì in Albis.
Il Casatiello e il Tortano
Il tortano e il casatiello si fanno con la farina che, come abbiamo già detto, simboleggia qualsiasi forma di sostentamento e di alimento. Prima di diventare il Simbolo del Re dei Re, cioè di Cristo nell’ostia consacrata, il Pane era ed è il Re dei Cibi.
Poi ci sono le uova. L’Uovo come abbiamo giò detto è il simbolo del seme primordiale dal quale in seguito nasce il mondo. Come totalità racchiusa in un guscio, indica la Creazione già prefigurata fin dall’inizio.
Oltre alla sostanza, tortano e casatiello hanno in comune la forma a ciambella, vuota al centro. Questa forma ha un significato ben preciso, la forma della corona di spine di Gesù Cristo. E’ così che, mangiandola, ci si ricorda, senza averne consapevolezza, ma a livello profondo, del calvario del Salvatore: e si lenisce la (sua e nostra) sofferenza “distruggendo”, col mangiarla, una delle sue cause: la terribile corona di spine, appunto. Ma benché uguali per contenuto (l’impasto è sostanzialmente il medesimo), e per forma (ciambella), tortano e casatiello non sono sinonimi.
ll casatiello ha qualcosa in più rispetto al tortano. Oltre ad avere le uova sode dentro l’impasto, ce le ha pure fuori: quattro o più, complete di guscio, incastonate nella ciambella. Ma non completamente affondate in essa, in modo che la loro parte superiore rimanga visibile.
Il tortano (in cui le uova sode, tagliate a spicchi, si trovano solo nell’impasto) è in realtà più antico del casatiello. Che ne rappresenta un’evoluzione.
Nel casatiello, al di sopra di ciascun uovo inserito nella ciambella vengono sistemate due striscioline di pasta perpendicolari tra loro. Le due strisce ortogonali di pasta che non sono altro che la rappresentazione della Croce.
Le erbe amare
Sulla nostra tavola oltre a quanto citato sopra, compaiono anche dei piatti a base di erbe amare, perché fanno riferimento alla pasqua ebraica dove si ricorda l’amarezza della schiavitù d’egitto; mentre per noi ricordano l’amarezza del peccato, raffigurata anche dal fiele offerto a Gesù, da parte di un soldato, quando era in Croce ed aveva sete.