Se Tu vuoi, puoi guarirmi - Anonimo

Mt 8,1-4 Quando Gesù scese dal monte, molta folla lo seguì.
Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi».
Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita.
Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».

 Quando le notti si fanno più lunghe e i giorni più bui e angosciosi, quando il cielo non accenna a schiarirsi e la preghiera sale inascoltata, bisogna farsi violenza per chiamare in aiuto quel Padre, che tiene girato lo sguardo.

 Sono sentimenti che un po’ tutti proviamo, quando siamo oppressi da situazioni che ci schiacciano, sperimentando sulla nostra pelle l’impotenza di fronte ai mali che ci affliggono.

 “Signore se vuoi, puoi guarirmi” disse il lebbroso a Gesù e fu istantaneamente guarito.

Se questa parola ti capita, come a me è successo, di leggerla dopo una notte insonne, passata a pregare ad invocare il suo nome, perché ponesse fine al tormento che si rinnova ogni volta che mi distendo, di muscoli e tendini che si ribellano, tesi e contratti a legarti i movimenti, il fiato e la voce, viene inevitabile chiedersi perché e fino a quando la misura non viene colmata.

Ma niente avviene a caso e sempre il Signore ha qualcosa di più da insegnarci.

All’alba, dopo ore passate a cercare uno sbocco, una strada per non impazzire, il mio pensiero è andato ai tanti che negli ospedali e non solo, di notte si sentono più soli, a combattere la quotidiana battaglia con il male che li attanaglia.

Li ho guardati e mi sono guardata, ho alzato gli occhi al crocifisso e insieme a Gesù mi sono rivolta al Padre, nostro, mio, di Gesù, di tutti, e ho ritrovato il filo che pareva spezzato, il senso che sembrava smarrito, la gioia di potere, con Lui, condividere la compassione ed entrare con Lui in comunione.

Gesù non a caso interviene sempre su quelle malattie che ci isolano dagli altri, che ci portano alla morte, privati dello scambio vitale di doni e carismi che mantengono salda a compatta ogni costruzione.

Perciò Gesù guarisce il lebbroso, la cui malattia lo teneva separato dalla comunità a cui apparteneva..

Ma quanta strada ho dovuto percorrere per entrare in quella relazione misteriosa e straordinaria con tutto ciò che esce dalle Sue mani !

La sofferenza, la via stretta per incrociare il suo sguardo e permettere che mi guarisse.

Anonimo

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