Ascensione

Ascensione

Vangelo Mt 28, 16-20
Mi è stato ogni potere in cielo e in terra.

Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».


Commento di mons. Antonio Riboldi

Solennità dell'Ascensione di Gesù al Cielo

In una manciata di 40 giorni - ben piccola cosa di fronte alla storia che conosce i tempi lunghi - si è come ripetuta la bellezza e la sofferenza della creazione, ma questa volta con un nome, che suona eternità: Resurrezione. E c'è voluta la Presenza e l'Opera di Dio, per compiere un miracolo del genere, che esce dalle leggi della natura, il Miracolo dei miracoli, impensabile all'uomo. Quest'uomo che, per un tragico 'no' all'amore, nel momento della sua creazione, si era condannato irrimediabilmente alla morte. In possesso della vita, aveva perso il senso stesso del dono ricevuto, rifiutando l'amore del Padre da cui era stato creato e per Cui solo poteva trovare la ragione del suo esistere. Un uomo, ripeto, che senza Dio sarebbe stato destinato a brancolare eternamente nel buio del 'non senso', guardando verso l'alto, ma senza ricevere risposta.

Ma ora, con Gesù, il Cielo si era riaperto, pronto ad accogliere l'uomo: un Cielo che possiede la fedeltà dell' Amore di Dio che, creandoci, aspetta da noi solo amore, vero senso e stupore della vita. Un Cielo che si fa mèta e strada sicura per chi vuole indirizzare i suoi passi verso la vera Vita e non camminare a testa bassa, verso il nulla. Il Cielo che ci ha aperto Gesù, salendovi, al termine di una storia, chiusa in una manciata di giorni!
I giorni dell'obbedienza al disegno del Padre, per riconciliare a Sé tutta l'umanità, nella umiliazione e sofferenza della passione e del sacrificio con la morte in croce.

I giorni della Resurrezione, con l'incredibile stupore degli Apostoli nel vedere vinta la morte, nel constatare che, di fronte all'amore che si immola, chi ha la peggio è sempre la cattiveria, il peccato. 'L'Amore è più forte', ripete da sempre la Chiesa, come a stamparlo nella mente e nel cuore, fino a diventare l'unica esperienza che conosciamo e viviamo, il centro stupendo della vita ed è in Gesù risorto che diciamo anche noi, assediati a volte da violenze ed assurdità: 'L'Amore è più forte'.

Oggi la Chiesa fa festa per il trionfo dell'Amore in Gesù che, dopo 40 giorni dalla Sua Resurrezione, rassicurando i suoi della Sua continua Presenza, torna al Padre: ascende in Cielo, dove sappiamo che ha la Sua sede, ma restando sempre con noi ogni istante, fino a farsi compagno nel cammino per risorgere anche noi e con Lui, un giorno, salire al Cielo.

Il segreto della vita è tutto qui: una vita dataci come dono, perché possa realizzarsi in pienezza nel ritorno a Casa, in Cielo.

E verrà quel giorno, in cui, dopo il tempo che il Padre ha concesso a ciascuno di noi, torneremo da Lui, per l'eternità, se avremo fatto della vita un cammino di ricerca della verità e di amore.

Così gli Atti raccontano il giorno di Gesù, che ascende al Cielo: "Nel mio primo libro - così inizia S. Luca, riferendosi al suo Vangelo - ho già trattato, Teofilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio fìno al giorno in cui, dopo avere dato istruzione agli apostoli, che si era scelto nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo. Gesù si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del Regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre 'quella'disse - 'che avete udita da me: Giovanni fu battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo'. Così, venutisi a trovare insieme, gli domandarono: 'Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?'. Ma egli rispose: 'Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terrà. Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse ai loro sguardi.

 

E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, ecco due uomini in vesti bianche si presentarono a loro e dissero: 'Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù che è stato tra voi assunto al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo'." (At. l, l-Il)

Ora i discepoli sanno che Gesù non è più soggetto alla miseria e fragilità della nostra natura umana: continua ad essere tra noi, non in forma provvisoria, ma per sempre, nella pienezza della Sua potenza, pronto a farci partecipi di tale 'potenza' (e lo dimostra la vita di tutti i Santi, a volte in modo sbalorditivo).

Ma ancora di più, gli Apostoli ora sanno che anche per loro il Cielo è aperto e Gesù li ha solo preceduti. L'importante sarà tenere fisso lo sguardo - e non è facile per noi, distratti dal 'mondo', che proprio nulla ha a che fare con il Cielo - verso l'Alto, per 'interpretare' tutto attraverso quella Luce, che dall'Alto discende, vivendo, quindi, in qualche modo, già da ora come 'cittadini del Cielo'.

Dovremmo seguire l'invito, pregando perché si realizzi, dell'apostolo Paolo:
"Possa davvero Dio illuminare gli occhi della nostra mente, per farci comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la Sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti ..". (Ef. 1, 17-23)

Il difficile, adesso, (ma è la somma sapienza cristiana, dono dello Spirito Santo) è vivere, dunque, con lo sguardo fisso alla mèta, il Cielo: non è avere 'la testa fra le nuvole', ma vivere con i piedi ben piantati sulle realtà terrene, che sono la nostra vita quotidiana, nella Luce della Volontà d'amore del Padre.

Nessuno può nascondersi i rischi e le paure che ci prendono tutti, percorrendo i giorni della nostra vita terrena: soprattutto le velenose insidie, che ci vengono dalla nostra superbia e da tutti gli altri vizi che ci si appiccicano addosso come velenose sanguisughe.

È necessario, carissimi, corazzarci di una continua e salda fede, per non perdere mai di vista la mèta che ci attende, il Cielo. Abbiamo fiducia!
Dio non ci lascia mai soli, nessuno.... siamo noi, purtroppo, che Lo dimentichiamo!
Dovremmo abituarci a vivere quotidianamente nella consapevolezza di essere alla Sua Presenza, con la fede dei santi, veri interpreti della vita eterna, già quaggiù, con Dio.

"Sarebbe troppo lungo - afferma Paolo VI, il prezioso compagno nelle nostre riflessioni - indagare: comprendiamo che le cose di questo mondo cambiano assai di valore. Sentiremo in un primo momento, quasi uno strappo da quella madre terra da cui nasce la nostra vita naturale, a cui dobbiamo riconsegnare tutto all'ultimo giorno; ci sembrava che essa potesse soddisfare i nostri desideri e darci quell'ora di felicità che bastava alle nostre modeste pretese di esseri mortali, invece la speranza cristiana ci distacca e ci sospinge senza riposo al di là del tempo, dopo la morte, fuori dei nostri consueti modi di percepire e di pensare. 'L'universo - dice lo scrittore Zendel - non è chiuso. Tutte le linee si prolungano all'infinito e orientano lo sguardo verso il polo invisibile donde ogni cosa è misteriosamente attratta. Il mondo è aperto in un 'immensa aspirazione verso la pienezza alla quale è sospeso tutto il suo avvenire'. Là sentiranno questa consolazione quelli a cui la terra non ha dato la felicità, e siamo tutti noi. Quelli specialmente i cui desideri furono ingiustamente delusi.
La speranza cristiana è il grande conforto per il dolore del mondo: guai a quelli che la spengono nel cuore del popolo che lavora, che soffre.

La speranza cristiana è la grande certezza per coloro che combattono per un giusto ideale.
L'inno della speranza dovrebbe echeggiare verso il Cristo che scompare ascendendo al Cielo, e dovrebbe tornare come forza ai rimasti in terra, per seguire i Suoi esempi e aspettarne il ritorno". Siamo noi i 'rimasti a terrà, che ogni giorno dovremmo 'tessere' la preziosa speranza!

Non riesco a capire come possano essere davvero felici e guardare con speranza il futuro che ci attende, quanti tra di noi hanno occhi e cuore rivolti solo su questo mondo, che sa donare pochi sorrisi e tante lacrime.
Se ci interrogassimo seriamente - e questa Solennità dovrebbe aiutare - non potremmo non renderci conto che questa terra non è che un provvisorio asilo, non le apparteniamo per sempre, e quindi ogni passo dovrebbe essere come un'ascendere verso il Cielo', con la semplicità e profondità di una vita di fede, di bontà e di generosità nei sacrifici, che appartengono alla nostra condizione umana.

Dona sempre tanto conforto pensare e sapere che questa vita non è un camminare senza senso e verso il nulla, ma è un accostarsi al giorno del nostro ritorno a Dio... come una vigilia, vivendo, in ogni momento, lo stupore degli Apostoli, che assistono all'ascensione di Gesù, che li lascia, salendo al Cielo, ma promettendo che sarà sempre con loro.

È davvero da 'saggi' vivere guardando verso un futuro, che non è la fine di tutto, ma il principio della vera vita, nella pienezza della felicità in Dio.

Forse per troppi questo discorso dell'attesa del Cielo può sembrare utopia. Forse non comprendono l'inganno del mondo.

Che non sia così per voi, per noi.
Con il salmista preghiamo:

"Applaudite, popoli tutti; acclamate Dio con voci di gioia,
perché terribile è il Signore, l'Altissimo, e grande su tutta la terra. Ascende Dio tra le acclamazioni, il Signore al suono di tromba. Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro Re, cantate inni.
Dio è re di tutta la terra. Dio regna sui popoli, Dio siede sul suo trono santo". (Salmo 16)

Utenti Collegati

Abbiamo 11 visitatori e nessun utente online

Histats

FIRMA PETIZIONE DIFESA FAMIGLIA

Firma No Legge PDL ZAN-SCALFAROTTO